Pachamama mi avvolge ancora una volta nel suo vissuto cantico:

1

Mi
racconta
di
una
fanciulla
vestita
di
bianco….

….coi guanti di seta che le carezzano i polsi, la veste di lino antico le sfiora le gambe celate da panna in pizzo, un fiocchetto malizioso sopra le ginocchia la lascia bambina rendendola donna, i piccoli seni schiacciati dal corsetto affiorano appena dal merletto cucitole apposta da una nonna gelosa: sembrava fatta per le carezze la sua dolce bellezza!

Dalla lunga treccia che audace, le tocca la schiena spuntavano foglie di verde edera, vezzi di mani mai stanche offerti al suo guerriero illuminato, l’ aspettava nella fiera corazza lui, cogliendo la mela che avrebbero mangiato seduti sul vecchio cappotto di molte battaglie intonava l’inno agli Dei per avergliela donata.
Era la sua meta, l’arrivo e la partenza di un felice connubio di vite…la sua principessa adorata.

Lei giunse finalmente e stretti nella morsa dell’avido piacere, mordettero il frutto profumato, risero beati al caldo tepore di quel Dio, suo promesso sposo:era infatti, Inti ad aspettarla farsi donna.
Nessuna supplica servì al loro amore, nessuna lacrima, ne lotta, era quello l’ultimo loro incontro…
il guerriero mise in tasca il proprio cuore, cucì come potè la ferita sulla pelle e si avviò ad un destino di solo guerre, sfiorava ogni tanto quel muscolo sanguinante: nessuna cura a simile dolore, nessun presagio di guarigione, perire in battaglia l’avrebbe finalmente consolato.

La bella principessa restò inerme a piangere le lacrime di tutta la foresta, ogni pianta ne sparse alcune, atroce e crudele come fiele quella giornata…
ed ecco che gli Dei, impietositi dall’ormai flebile fiato pensarono di salvarla, lasciandola vivere libera nella foresta, ramificare nella madre terra…

Ed è col suo dolce respiro di donna che bella e fiera, aspetta ancora di essere salvata dal suo amato.
Ricordalo…quando la vedrai…

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