Fou

E’ un giorno di.verso questo.
Semplice e banale per tanti, ma non è vero, nessun giorno lo è mai…
Osservo il mare di vita, le sue onde i flussi che portano via e delle volte restituiscono… trascinano e tracimano delle volte, altre semplicemente s’infrangono..
Come quelle bottiglie lasciate andare nella speranza che ritornino piene di mistero e soluzioni, di risposte (mai) pervenute..
Ricordi la tua bottiglia? E il messaggio che volevamo scriverci? Chissà se è già tornata da te… devi esserne certo… è li che naviga per raggiungerti e dirti che va bene così…
Quanti giorni ad aspettare e sbirciare il mare mentre la vita ti spinge e costringe a muoverti… ad agire anche se non sai bene cosa fare.
Però come si fa a dire alla vita di pazientare…?
No… non si può!
Ed allora, anche se non smetti di sbirciare il mare, VIVI!!!
Vivi e scegli il buon senso, i buoni consigli, ogni tanto smetti anche di ascoltare ciò che senti salire dalla pancia e divenire voce che vuol guidarTi.
E quando quello che ti dice sembra assurdo o folle e i giudizi si fanno taglienti, infinitamente crudeli, le parole ingiuste perché non ti adegui, non ti lasci amalgamare a chi ragiona sempre… Perché  scegli quel tuo sentire im.palpabile che conosci anche se non lo vedi…?
E dai retta all’ istinto?
Pazzia!!!
Malattia!!!
La strada è irta, difficile, traballi e inciampi, ti fai male, ma la tua strada è quella e  lo sai, lo senti, o almeno te lo auguri…
Le altre voci ti confondono, però quella tua fioca interiore è imperiosa e le vince tutte.
Lei sa, forse…
Tu no, di sicuro…
Coraggiosamente le credi e continui ad amare, a camminare, ad aspettare anche se gli schemi ti risucchiano, tu ti aggrappi all’invisibile sentire e continui ad amare, a camminare, a scegliere per te sperando profondamente che quella voce non stia sbagliando.
Tanto non puoi fare a meno di seguirla, quasi fosse un incantesimo.
Ed ogni tanto sbirci il mare: prima o poi, speri, qualcuno ti risponderà…
Una bottiglia sbatterà sui tuoi piedi, l’ha portata un’onda senza farsi vedere… la guarderai col cuore che batte forte e leggerai il messaggio che porta dentro…
e le lacrime saliranno dalla pancia su fino alle ciglia e poi coloreranno il tuo viso… bagneranno le mani… adori il sapore delle lacrime di sorriso…e lo saprai…
Non hai sbagliato ad aspettare.

 

"Scusa, non posso parlare più forte.
Non so quando riuscirai a sentirmi, me che ti parlo.
Ma riuscirai mai a sentirmi? Il mio nome è Hor.
Ti prego, accosta l'orecchio alla mia bocca, per quanto tu possa essere lontano, ancora adesso o sempre. Altrimenti non posso farmi capire da te.
E, anche se ti degnerai di esaudire la mia preghiera, resteranno tanti silenzi che dovrai riempire da solo. Ho bisogno della tua voce, quando la mia viene meno."
……

 

 

“In mezzo all’universo c’è un muro di cinta di impenetrabile gravità. Sopra la porta è scolpita la parola: ‘Eden’. Toccai le sbarre del cancello ed esse mi si sgretolarono fra le mani riducendosi in un mucchietto di ruggine e putridume. Entrai e mi vidi davanti una sterminata distesa di cenere e scorie, al cui centro si levava un gigantesco albero pietrificato che ghermiva con i suoi rami il cielo nero. E mentre ancora stavo lì a guardare, sentii muoversi qualcosa accanto a me, e da un buco nero nella terra strisciò fuori un essere come un enorme ragno. Potei solo notare che era terribilmente rinsecchito e terribilmente vecchio, e strascicava dietro di sé un paio di ali imponenti. Quell’essere arrancava verso di me gridando senza posa: ‘Tornate! Tornate, figli dell’uomo!’ E intanto si strappava manciate di piume e me le gettava contro. Io indietreggiai, allora prese a strillare e a ridere e urlò ancora: ‘Non c’è più nessuno all’infuori di me! Sono solo, solo, solo!’ Allora sono fuggito, non so come né dove, se per un’ora o per mille anni.”

Lo specchio nello specchio, Michael Ende

New Moon e comple.Bolle 🙂
Auguri pianista del mio cuore.

I tuoi occhi scuri puntati sulle mie labbra… in un istante d’artificio sono qui e sei mio… mi hai chiesto un’unica volta, din.canto e sogni, in cui mi accarezzerai coi tuoi in.finiti de.sideri, perchè io li renda vivida realtà…e mentre parli la mia bocca si poggia sulla tua mano, baciando quel palmo di pelle che quasi trema…
lentissima cantilena la tua voce, si fonde al sospiro della lingua che percorre le dita.
Chiudi gli occhi e comincia a danzare seguendo i miei passi morsicati lungo il braccio, non smettere di parlare…continua ti prego..
lascia che io fermi quel fiato sul mio e raccolga per un attimo il miele di labbra in.salivate…lascia che io scenda a rapire un sussulto di pancia mentre l’ultimo velo è ormai distante…e la tua spada aspetta solo un flebile contatto.
Adesso apri gli occhi…e continua a parlare.
mentre io rimarrò senza più fiato 🙂


Quando sono da sola con te

Tu mi fai sentire come se fossi a casa di nuovo
Quando sono da sola con te
Tu mi fai sentire come se io fossi completa di nuovo
Quando sono da sola con te
Tu mi fai sentire come se fossi giovane di nuovo
Quando sono da sola con te
Tu mi fai sentire come se fossi divertente di nuovo…
    
 
   Per quanto lontano tu sia
   Io ti amerò sempre
   Per quanto tempo mi fermi
   Io ti amerò sempre
   Qualunque parola tu dica
   Io ti amerò sempre
   Io ti amerò sempre
      ..fammi volare fino alla luna..


Quando sono da sola con te
Tu mi fai sentire come se fossi libera di nuovo
Quando sono da sola con te
Tu mi fai sentire come se fossi pura di nuovo
 
   Per quanto lontano tu sia
   Io ti amerò sempre
   Per quanto tempo mi fermi
   Io ti amerò sempre
   Qualunque parola tu dica
   Io ti amerò sempre
   Io ti amerò sempre
    …fammi volare fino alla luna..

Senza pudore 🙂

OmbradiSole è tornato a casa
 

 
Con le dita fra i manici delle buste di soia piene di fiocchi e nastri da mangiare, e piccole tavole scure da mordere nelle notti di piena luce… sta chiudendo il cancello col pollice rovinato dalla fame di baci e quasi entra senza guardare il vecchio muro coperto di verde da raddrizzare…
Quanti giorni sono passati dall'ultima volta che ha districato i rami dai labirinti aggrovigliati? Troppi, lo si vede dal suo sguardo compiaciuto… qualcuno o qualcosa aspetta solo lui per essere acconciato.
Entrando in casa sente lo stridio delle converse insabbiate sul parquet e un brivido dolce lo travolge: è a casa, ha le sue piccoline sotto lo stesso tetto e lo spazio nero in cui carezzarle…da solo…senza esser applaudito.
Avrebbe solo voglia di essere ascoltato, sentito…senza parlare.
Tirate su le tapparelle, apre le finestre, bisogna far respirare la pietra della parete che non suona, lungamente soffocata.
Ed esce…con un clic aziona l'innaffiatoio del prato di tante colazioni e sfiora con gli occhi i gerani da liberare di tutte le foglioline appassite per far posto a nuovi fiori…prima del sonno d'inverno. Anche la boungaville ha bisogno ancora del suo concime.
OmbradiSole…è tornato e si vede…
e li vede finalmente.
Scansando l'erogatore per non bagnarsi si avvicina al tappeto verde di rami intrecciati e s'inebria del candido di tantissime piccole infiorescenze partorite lontane da terra natia e sbocciate qui nella casa che lui ha voluto per loro…del vecchio muro restano solo spruzzi di grigio qui e la…ben presto tutto sarà in.fiore.
Assomigliano ad ali che resistono alla voglia di volare…si avvicina di più e perde la presa del piede sinistro, inciampa sul laccio sfilato per sentirsi dieci anni di meno e…col viso sfiora un fiore piccolissimo…
lo sente respirare…quell'odore di folle donna adesso è li nel suo giardino…
Non fa in tempo a pensarlo che un tintinnio di ali si libera dal tappeto e lo avvolge in un volo di candide farfalle…si staccano piano dal muro inverdito e f.rullano nella sua aria, bagnata adesso dall'erogatore anch'esso stupito dallo spettacolo di un semplice gelsomino in.fiorato.
Le mie Papalot ti aspettano per sussurrarti  Bentornato a casa 🙂

 

Il bianco col suo nero,
come i tasti di un pianoforte,
come i film di Chaplin,
come l'insieme di tutti i colori
o il pozzo dove urla
la luce per riemergere nella fantasia…
l'ombra che non esiste senza luce,
la notte col suo giorno
la paura e il coraggio,
limone  e nutella,
piume e sassi
telefonata o mail
negativa o positiva.mente vuota e pregna,
diversamente uguali
perché l'uno senza l'altro non esiste.
Tempo…

Che scivola via, inesorabile come la sabbia nella sua clessidra…
E con il vento dei giorni in più mi giunge l'eco della tua voce nel buio del silenzio dove spesso rimbombano i tamburi del cuore…e le ragnatele mi portano indietro nell'era di quella terra filamentosa in cui ci piace.va rimanere a guardare spettacoli di luci colorate e stelle suonate..antiche le nenie che rimescolano righe contate e sfumature ombreggiate al riparo di gelsi adorati.
Ti vedo, nitida immagine in maglia scura, un sorriso nascosto dal solito ghigno velato da occhiali che anneriscono il bianco della mente..e l'orologio che segna ancora le undici..

Tempo…

Tu Chi sei?
la tristezza e la malinconia…
la luce e il buio..
Sono ciò che tu non vuoi io sia (più)…ma lo sono.
Sono l'oscuro sentire che vive dentro te e chiede di respirare… Puoi fuggire lontano…ma io ci sarò sempre dentro di te…
Continua pure a non guardare i miei occhi, a non ascoltare la mia voce…tanto lei..tenace alberga già nel tuo cuore…
Ti ho cercato ovunque: tra cristalli spezzati o in paludi maleodoranti,ho sfiorato le stelle pur di raggiungerti…poi ho seguito il vento e ho capito finalmente:
Dal bianco pallore emerge il nero più denso…

Dal nero pensiero affiora sempre, riempiendo e mutandosi in

 

Doppio bianco

Tempo…
Tu MI sei sempre dentro.

 

 

 

Tu.. tu che non sai più chi sono..
Tu che non ascolti i miei pensieri.. né parli alle mie pene e non scrivi sui riflessi del mio cuore…
Tu che non conosci più le pieghe di quest' anima e non ti chiedi se è gioia o dolore quel brillare negli occhi..
Non parli più alla mia porta, e forse neppure ti interessa aprirla..
Cosi restiamo in solitudine..ognuno di noi in compagnia di se stessi..
Soli tu ed io…
Con tante cose non dette e due ali tenute a forza distanti..
perché il signor Pica ha deciso cosi e di Jojo, forse, può fare a meno,
perché nessuna petite abeille possa volare nella nostra mente…
perché quella farfalla non diventi mai burro fuso su cui sc(r)ivolare…
Una chance… potresti dargliela n'est pas?
Una che sia unica, per costringerti a camminare sul prato che hai concimato…
Mi troverai sempre li…
Dove mi piacerebbe raccogliere le tue lacrime in cestini di nuvole e spargerle con le dita da bambina che si copre gli occhi smarriti nel sole…
Dove carezzerei le tue ciglia socchiuse mentre il respiro r.allenta la corsa nei vicoli dei pensieri cupi..
Dove mi sporcherei di tuoi sogni fanciulli al profumo di vaniglia fra le spighe di grano sfiorate dal vento e ti legherei con nastri colorati alle mie braccia, per scivolarti addosso come seta e regalarti un nuovo vestito di gioia infinita..
Ancora li… dove ti cerco fra fogli di carta sbiaditi dalla nostalgia e sempre li ti stringerei forte sgranando lentamente il rosario dei giorni passati a distanza… 
Rimango li, su quel prato..
nella notte squarciata da sprazzi di luce in attesa che tu voglia tornare, 
masticando il piacere di ri.avermi.

 

 

 

 

 

 

 

Mi lascio carezzare dalle onde oggi,
di quel mare che tante volte mi ha sferrato pugni con infinita forza
altre mi si è infranto contro, bloccandomi per farmi subire tutto…
altre volte invece, ma quelli erano i giorni migliori…il mare era calmo e potevamo vedere (insieme) il nostro Cielo, coi gabbiani dai voli leggiadri, liberi e fluttuanti nell'aria della sera..
Quanto li abbiamo invidiati… essere li con loro a roteare per tuffarci in acqua..
invece di (dover) stare bloccati nei nostri soliti luoghi…

…..
Ci fu un giorno speciale, in cui all'improvviso tutto intorno perse fermezza e iniziò ad oscillare, tremavo cosi forte che mi lasciai rotolare fino all'acqua e mi ritrovai giù in fondo al mare..
Mi aveva costretto a muoverMI cedendo alla sua forza…perché quando le sue onde erano cosi decise non potevo oppormi..
Adesso non ero più bloccata, ondeggiavo con lui, il mare… mi aveva liberato, anche se dovevo assecondare il  fluire delle sue onde…ero comunque libera…
….
Molti giorni trascorsero così , senza mai vedere il cielo…abbandonati i voli di gabbiani sopra la testa…e il soffio del vento fra i capelli..l'azzurro intorno e le nuvole che facevano a gara per nascondere il sole, sempre bello… non vincevano mai, o quasi…ma quando succedeva ci bagnavano con tante gocce di nuova vita..ed era ancora più bello…tanto il sole torna.va sempre.

Ero libera però qui, di farmi cullare dal mare calmo o  travolgere dalla sua tempesta,
Fino a quando un gabbiano tuffandosi più a fondo mi guardò stupito…e non so se sia stata la voglia di Cielo a farmi saltare su,  mi sono aggrappata alle sue piume mentre lui fingendo di non accorgersi di me…spiccò il suo nuovo volo…ed io andai con lui a volare altissima e tuffarmi ogni tanto nel mare.
…..
Non so quanti giorni sono rimasta lassù… però ero felice  e viaggiavo molto volando senza peso…perché se segui il vento è più facile rimanere su.

Ripenso spesso al mio gabbiano..anche se adesso sono solo un granello di sabbia da scrollare giù.
 

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch’essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.
Cardarelli

 

 

 

In una foto la tua essenza….possibile?

"Si sentiva come una slavina continua, tuono incessante di un temporale figlio di chissà che cielo. Non smetteva un attimo. Non conosceva stanchezza. Non conosceva clemenza. Se tu lo guardi te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio… Tutto quell'infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia. la notte."


 

 

A_mare

a.mors dal greco "senza fine".  a.mors: nell'assenza di morte che solo lo sconvolgersi dentro sa dare, che solo il pathos spontaneo riesce a raggiungere, sentimento anima.le che eleva in maniera im.pensabile, in.sensata…


mare_A

momento in cui il livello del mare cambia a causa di attrazioni gravitazionali estranee….


Lo sai cos'è l'alta marea?    
è l'incontro o scontro di due masse  d'acqua che non a caso si trovano ad imbattersi l'un l'altra..e non si capisce bene se è maggiore la potenza del  vorticoso giro che fa la terra su se stessa per meglio apparire o ancor piu' forte il magnetismo che arriva dall'universo…lontano, ma di cui fa parte la terra stessa… entrambe le cose danno origine a quello che lascia stupiti chiunque le osservi.e forse anche le due masse d'acqua..che nello scontro, battaglia o solo avvicinamento  e precoce allontanamento si ritrovano a sfiorarsi, lambirsi, penetrarsi, confondersi l'una nell'essenza dell'altra…senza mai perdere la propria.  
Due masse fatalmente sbattute sulla riva in attesa di essere bagnata e violata, sedotta e abbandonata per pochi attimi ancora…e di nuovo lambita.una riva che lascia le onde infrangersi su di essa, capovolgersi, ergersi…intrecciarsi e ancora allontanarsi..per poi ritrovarsi.
Quanto dura?
E come fa a chiamarsi solo alta marea? non è fin troppo banale questo nome per descrivere un connubio di acque conosciute ma pur sempre nuove? e la riva lasciata nuda o forse quel dì solo annegata quanto bramerà la prossima? e quanta dell'essenza di una massa è stata donata all'altra?
Sono ancora due..o forse infinite…
o forse ancor meglio..una sola che a tratti decide di dividersi perchè il riunirsi possa avvenire, ancora..

E ancora……

“Il pleure dans mon cœur
Comme il pleut sur la ville,
Quelle est cette langueur
Qui pénètre mon cœur?

Oh, dolce rumore della pioggia
Sulla terra e sopra i tetti!
Per un cuore che s’annoia
Oh, il canto della pioggia!”

Ed è cosi che ti ritrovo oggi: dietro un vetro a respirare lo scroscio su gerani gelati…
cosi come che ti ho sempre visto ti riscopro. Dolcemente malinconico…
sospeso nel vento che dirige l’orchestra di gocce nel giardino in_cantato…
e il battito a_sincrono dei nostri cuori scandisce il tempo, perpetuo di quella notte che avanza..come pioggia finissima che non si sa evitare…
devi solo aspettare che smetta…
e nel farlo mi prendi la mano…in una danza senza tempo di anime aggrovigliate.
e l’attesa sarà fiato spezzato, muto, ma d ‘infinito sentire